Less is more: scarpe sostenibili all'attacco!
Scarpe sostenibili? Il futuro dice "YES"
Secondo l’opinione di molti studiosi della moda, una volta terminata la pandemia, si verificherà un allontanamento dall’accumulo di calzature e vestiti di tendenza, ma di limitato valore, pertanto i consumatori saranno meno attratti dal fast fashion e sceglieranno modelli caratterizzati da comodità e rispettosi dell’ambiente, in grado di durare nel tempo.
Si tratta di un’evoluzione già in atto da qualche anno, che cresceva con costanza, tuttavia, con l’avvento della pandemia, si è assistito ad una velocizzazione di tale trend. Infatti, nel periodo precedente la pandemia Covid-19, gli stock esagerati nel settore delle calzature e della moda in generale, facevano sì che poco più del 60% dei modelli venisse venduto a prezzo di listino. Le aziende produttrici devono essere in grado di adattarsi alla nuova mentalità dei consumatori per cui “less is more”, ossia una predilezione per calzature comode e durature, di qualità maggiore e caratterizzate da un’attenzione forte verso la sostenibilità.
Come è possibile riscontrare nell’indagine svolta, gli intervistati che acquistano scarpe sul web sono 151 su 289. Di questi 101 individui hanno comprato in prevalenza sneaker, che rappresenta così il 70% delle preferenze.
L’azienda New Balance produttrice di sneaker ha rallentato la distribuzione verso i punti vendita fisici tentando di non aumentare eccessivamente le scorte in magazzino e cercando di andare incontro alla logica per cui “meno è meglio”.
Altre aziende calzaturiere, come Premiata, hanno deciso di concentrarsi fortemente su modelli sostenibili, sul modello sneaker denominato John Low. C’è la forte convinzione che uno sviluppo sostenibile debba far sì che le aziende utilizzino materie prime specifiche e provino a creare meno scarti. Questo modello viene realizzato attraverso l’utilizzo di materiali rigenerati, rispettosi della risorsa più importante che si ha, l’acqua.
Per Hogan, così come il gruppo Tod’s in generale, l'attenzione all’ambiente indica una conduzione delle strategie aziendali verso una creazione di valore per tutti i portatori di interesse in un arco temporale di medio lungo periodo. Hogan, per delineare la strategia di sostenibilità, si basa su tre pilastri, la tradizione, l’eticità e la solidarietà.
Questi sono soltanto alcuni degli esempi possibili di aziende calzaturiere attive nell’implementazione di modelli di business, che cercano di tenere il passo con i cambiamenti ambientali odierni.
Per quanto riguarda la digitalizzazione forzata dalla pandemia, è doveroso affermare che l’interazione tra canali offline e online rappresenta una realtà già per molte aziende del settore. Dal punto di vista dei produttori, si tratta di garantire ai negozi e ai clienti finali di vedere nuovi progetti in modo digitalizzato sfruttando tecnologie all’avanguardia. Dal lato dei negozi, invece, i punti vendita fisici rappresenteranno sempre più delle vetrine e il rapporto con la clientela sarà sempre più personalizzato.
Secondo la ricerca “The State of Fashion 2021” a cura dell’azienda McKinsey, insieme a The Business of Fashion, il comparto della moda potrebbe ripresentare nel penultimo trimestre del 2022 risultati precedenti allo scoppio della pandemia.
Le aziende che sapranno cogliere gli aspetti sopra analizzati riusciranno a sopravvivere alla recessione attuale e a sfruttare tutti i vantaggi della ripresa del settore.